Leggendo #90 – Il Porto Proibito (o come innamorarsi della poesia)

..Credo che ogni poesia desideri trovare la strada per parlare al cuore di chi la ascolta e farsi intimamente sua! E quando succede..chi l’ha scritta ha assolto il suo compito, no?

Parlare di un libro che non si è ancora terminato di leggere significa mettere una mano sul fuoco e lasciare che lo stesso atto diventi una garanzia per chi si sta chiedendo se cominciare o aspettare a immergersi in una storia come quella che si sta corteggiando. Con Il porto proibito di Teresa Radice e Stefano Turconi  (Bao Publishing), la parola immergersi è la più perfetta che si possa trovare per descrivere il ciclone di emozioni che trecento pagine, curate in ogni minimo dettaglio, possono risvegliare in un lettore. Perché voi lo chiamate graphic novel, ma questo piccolo tesoro (un vero tesoro piratesco!) nasconde infinite storie e infinite sfumature tanto che ogni successiva lettura (già ne sono certa) porterà sempre qualcosa di nuovo con sé.

Potrei dire che teoricamente il protagonista di questa storia è Abel, un naufrago ritrovato dal signor Roberts su una spiaggia nel mondo nell’anno 1807. Potrei anche dire, però, che il piccolo disperso e senza ricordi è semplicemente uno stratagemma per imbastire una storia che tocca tutti i migliori filoni che sin da piccoli abbiamo cominciato ad amare: c’è l’avventura, quella vera, con vascelli e capitani pronti ad affrontare qualsiasi onda e qualsiasi pericolo; c’è la ricerca del proprio io più interiore, l’infinita lotta che ci porta a indagare il nostro animo per capire chi siamo; ci sono i legami, quelli amorosi (così ostinatamente precari) e quelli familiari (ben più saldi e difficili da dimenticare senza rimanerne feriti); c’è la fantasia, quella che ci fa credere in posti a metà fra il reale e l’immaginario, quella che ci rende speranzosi e vogliosi di scoprire nuovi mondi.

Eppure nessuna di queste meraviglie è riuscita a colpirmi e lasciarmi esterrefatta davanti al mare di Teresa Radice e Stefano Turconi come sono riuscite a fare le poesie, quelle mie sconosciute, quelle che mai sono riuscita ad apprezzare nel corso della mia vita da lettrice. Sono state le atmosfere create dai versi di poeti come Byron, Blake e Coleridge a rendere la storia di Abel ancora più onirica e dolce, è stato l’amore per la decantazione delle rime a rendere la vita del protagonista più credibile e verosimile.

Ogni piccolo schizzo a matita de Il porto proibito è un piccolo capolavoro nel quale perdersi per ore e ogni piccolo frammento di storia è la conferma di come sempre e solo la letteratura possa aiutare ogni piccolo naufrago a ritrovare il proprio porto, a individuare la propria meta e raggiungerla senza avere paura, mai.

 

Un pensiero su “Leggendo #90 – Il Porto Proibito (o come innamorarsi della poesia)

  1. Pingback: Leggendo #128 – Octave in fondo al mar | JustAnotherPoint

Lascia un commento