Leggendo #174 – L’ironia è di moda

Questo articolo è stato pubblicato su Cosebelle Magazine.


Questa storia inizia con un matrimonio, o meglio, una serie di matrimoni che unirono diverse coppie nel 1930 tra cui due personaggi stravaganti, talentuosi e mi vien da dire sicuramente bellissimi: Brunetta Mateldi Moretti e Filiberto Mateldi. Entrambi completamente immersi nel mondo delle illustrazioni, Paola Biribanti inizia il suo “L’ironia è di moda. Brunetta Mateldi Moretti, artista eclettica dell’eleganza” (Carocci Editore) partendo proprio dal racconto del loro amore per poi esporre l’incredibile vita di Brunetta, illustratrice e giornalista di moda, pittrice, stilista, costumista e cartellonista tra le più celebri del Novecento.

“Da piccolissima invece di bere latte ho bevuto inchiostro!”

L’infanzia e l’arrivo a Milano

La passione di Brunetta per l’illustrazione e il disegno iniziò in tenera età, come l’artista stessa più volte raccontò. Particolare, però, fu la predilezione sin dal principio per le caricature e uno stile pronto a mettere in scena i dettagli più irriverenti. Paola Biribanti, infatti, racconta nella biografia su Brunetta di quando chiedevano all’illustratrice quale fosse stato il suo primo disegno e lei, con orgoglio, mostrava un foglio ingiallito con disegnate delle galline con cappello e borsetta. “Erano delle signore di Ivrea al passeggio”, spiegava Brunetta divertita ed è proprio da questa risposta, da questa tendenza della piccola futura illustratrice, che si intuì subito lo spirito con il quale affrontò anche tutti i lavori futuri, in particolare a Milano dove Brunetta si trasferì subito dopo gli studi a Torino per iniziare a lavorare come decoratrice di bicchieri.

“Perché Brunetta era tutta occhi-intelletto-mani.”

Le collaborazioni e l’importanza di difendere il proprio lavoro

Ma la passione di Brunetta non si poteva restringere al mondo delle decorazioni. Con il tempo, infatti, l’artista costruì diverse collaborazioni, con fatica eppure senza mai rinunciare a difendere il proprio lavoro. È in questo momento che nel saggio di Biribanti la vita di Brunetta diventa anche un racconto di duro lavoro, durissimo e pressoché costante, di quello che ti riempie anche le notti per riuscire a portare a casa due soldi in più facendo però ciò che si ama. Un lavoro che cominciò a dover sostituire anche quello del marito nel momento in cui Filiberto si ammalò gravemente fino a morire prematuramente. Quello di Brunetta, inoltre, fu un lavoro che doveva fare sempre i conti con gli ostacoli che le collaborazioni richiedevano, come quando il “Corriere della sera” chiese a Brunetta l’esclusiva ma l’artista rispose che tale richiesta doveva quantomeno essere accompagnata da un’equivalente proposta economica per poter essere accettata. Un animo schietto, quello dell’illustratrice, che mostra come già ai tempi lavorare a Milano richiedesse una lotta continua per mantenere il proprio nome e onorare e rispettare le proprie creazioni, in un contesto che richiedeva continui contatti e conoscenze per garantirsi collaborazioni e, di conseguenza, entrate economiche.

Il mondo delle riviste

Quella di Biribanti è una biografia che si incrocia con la storia di un genere, quello delle riviste al femminile. Perché lo stile dell’illustratrice, con il tempo, si trovò a fare i conti con le richieste del settore ma anche con quelle del Regime. Negli anni a cavallo fra le due guerre, per esempio, le riviste femminili vissero un periodo particolarmente felice con pubblicazioni, però, particolarmente patinate, curatissime ed eleganti destinate, di conseguenza, a un target molto specifico, quello delle donne dell’alta borghesia, che si aspettavano di conseguenza un certo tipo di contenuti. Con gli anni, però, la figura e la concezione della donna cambiò. La silhouette tanto amata da Brunetta cominciò a essere molto in contrasto con la figura femminile esaltata dal Regime che, al contrario, prediligeva ed esaltava le rotondità tipiche della bella italiana, florida, forte e soprattutto madre.

Lo stile di Brunetta

Eppure, nonostante i cambi di vedute nazionali, lo stile di Brunetta rimase pressoché unico, tanto da influire persino la moda stessa. Per dare un riferimento nel mondo della storia dell’arte, le figure di Brunetta furono paragonate spesso a quelle di Toulouse-Lautrec, sia per il tratto sia per l’inquadratura dei soggetti. Uno stile, in realtà, che è soprattutto frutto delle correnti artistiche del primo ventennio del Novecento, in particolare l’espressionismo, l’influenza delle stampe giapponesi, incrociate poi, però, al mondo della Belle Epoque.

«Ogni giorno è una scoperta nuova, ogni volto è un libro da sfogliare»

L’ironia è di moda – Brunetta Mateldi Moretti, artista eclettica dell’eleganza” di Paola Biribanti è un tuffo nel passato, un elogio a una figura così contemporanea e una finestra affacciata su un mondo nemmeno troppo lontano dal nostro, quello in cui la passione è sinonimo di amore, E in Brunetta, credetemi, amore e passione vivono fianco a fianco in ogni illustrazione, dalle prime pagine conquistate sulle riviste agli schizzi disegnati di sfuggita qua e là.

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