Dopo alcuni anni da Scatola Nera, tornare a leggere Jennifer Egan è stato un qualcosa di incredibilmente ipnotico. Legarsi a più di cinquecento pagine non è mai semplice eppure la forza della scrittrice statunitense è incredibile, soprattutto in Manhattan Beach dove le acque dell’oceano smuovono e riportano a galla tutti i punti chiave di quello stile noir spesso così difficile da riportare nero su bianco.
E se il thriller non è mai stata una mia vera e propria passione, con quest’ultimo lavoro della Egan, pubblicato da Mondadori, c’è proprio da ricredersi. Fra le sue pagine, Manhattan Beach ha qualcosa che solo alcune pellicole sanno trasmettere, soprattutto quelle dalle colonne sonore imponenti, attoroni da Oscar e regia impeccabile. Immagini forti e vivide fanno di Manhattan Beach un romanzo da leggere tutto d’un fiato, raccontando una storia che riprende l’America degli anni Trenta e Quaranta, la seconda guerra mondiale e l’intervento degli Stati Uniti in un conflitto globale quasi palpabile seppur lontano dalla costa in cui la protagonista, Anna, vive.
Sono molteplici, poi, i livelli di lettura di questo piccolo mattoncino che no, non spaventa per mole, anzi, capitolo dopo capitolo porta il lettore a chiedersi se davvero deve terminare questo immergersi in un animo femminile completamente circondato da figure maschili e maschiliste. Quello di Jennifer Egan, infatti, non è solo un romanzo storico ma un continuo confronto con la società, quella che giudica e osserva dallo spioncino della porta di casa senza avere il coraggio, però, di mettere il piede fuori, sul ballatoio, e commentare ad alta voce. E i riferimenti all’immersione e all’acqua sono continui in questi paragrafi perché il mondo creato da Jennifer Egan è strettamente legato a questo elemento. Le passeggiate invernali in spiaggia, con i piedi scalzi e l’acqua fredda che accarezza le caviglie; Anna che sogna di diventare una palombara per immergersi nei segreti più profondi della baia anche per ritrovare tracce del proprio passato; gli occhi di Lydia, la sorella della protagonista, che sono un oceano profondo che trasmettono più di quanto il suo corpo possa fare.

Manhattan Beach è un romanzo forte, dove lo stile e la struttura sono incisivi e determinati, proprio come Anna. Pagina dopo pagina, l’animo della protagonista viene indagato sempre più nel profondo attraverso il racconto, però, delle sue scelte e azioni. È attraverso ciò che rimane a galla che Jennifer Egan esplora gli abissi; è nel buio del fondale che Anna trova la luce, quella che la guiderà nelle decisioni più coraggiose.